ALBERTO SCIAMPLICOTTI
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MARC BRUIL (L’Uomo dei Raid) 3

Non è lo sci nordico quello fatto su una linea con rotaie che impediscono la minima traccia e deviazione. È la negazione della disciplina dire che questo sia indicato come "nordico": al  "Nord" non vi sono tracce! Potremmo fare bellissime passeggiate su una pista tracciata con i binari, ma non è sci nordico: sarà solo sci di fondo.


Nel 1996, hai  attraversato i Pirenei. Vi sono somiglianze con una traversata in Lapponia?


I Pirenei, è stata una grande traversata in sci. Ho lasciato Canigou, vicino Prades,  e durante  la traversata di tutti i paesi baschi ho dovuto levare gli sci solo 6 volte, per poche decine di metri e ogni volta per attraversare delle strade. Ho fatto 42 tappe e non sono mai sceso a valle. Amici mi ha accompagnato in alcune parti, ma ho fatto una ventina di tappe da solo. Ma non posso mai dire abbastanza quanto lo sci nei Pirenei sia molto più difficile che nelle Alpi. Non è mai semplice attraversare fare un valico nei Pirenei e bisogna sempre essere molto concentrati. Non c'è tempo per pensare a qualcosa di diverso che alla traversata. La Lapponia è molto diversa. Qui è possibile percorrere una grande e vera traversata di sci nordico, senza lasciare ne trovare tracce. Servono pulke, sci, tenda, ma soprattutto autonomia. Qui è più facile però che sui Pirenei, non ci sono valanghe, barre rocciose, vette ripide ecc. E i paesaggi non hanno nulla a che fare gli uni con gli altri. La Lapponia è praticamente disabitata! Si ha un sacco di tempo per la contemplazione. Eppure, nonostante le differenze, queste traversate le ho amate entrambe.


I lunghi viaggi sono sicuramente una passione .... Hai attraversato la Lapponia da solo, hai fatto lunghe incursioni in Groenlandia, all’Isola di Baffin, alle Svalbard. Puoi raccontare le motivazioni dietro a tutto questo?


Il viaggio è in realtà una vera passione, ma non qualsiasi tipo di viaggio. Non esiste per me di andare con un tour all’Everest in 22 giorni da Parigi a Parigi o in Groenlandia in 3 giorni da Copenhagen.

A parte il Sahara e l'Antartide, che sono casi molto specifici, non ho mai partecipato a un viaggio organizzato con un'agenzia o da una guida. Ho sempre organizzato i viaggi da solo o con gli altri partecipanti e penso che la preparazione sia parte del viaggio. Per me non è un lavoro di routine, ma un piacere ed è importante per amalgamare i partecipanti.

Molti dei miei viaggi hanno avuto luogo sia nella regione artica (Alaska, Baffin, Groenlandia, Islanda, Svalbard) e Scandinavia (Lapponia, Sarek, Lyngen, Hardanger) o in Asia centrale, in particolare in Pakistan e in Karakorum.Qui vi sono, senza dubbio, le più belle montagne del mondo. Sono infatti tornato ben 8 volte e non essere in grado di farlo ancora è una grande tristezza. Tutti questi viaggi sono stati spesso finalizzati all’alpinismo o alle traversate in sci. Ma ci sono stati anche viaggi in kayak per mare, in Sahara con il cammello o, più semplicemente, visitando alcuni paesi, tra cui il Medio Oriente, America Latina e Georgia del Sud.


Condividi con qualcuno la tua passione?


Sì, con Beatrice, che è la mia compagna da oltre 15 anni. Ma dato che io sono in pensione e Beatrice lavora ancora, la programmazione è un po’ complicata.


Sciare non è tutto quindi: hai detto che tu fai anche kayak?


E’ vero: pratico kayak di mare con Beatrice. La cosa è molto sorprendente per chi mi conosce,  perché sanno che io non sono per nulla “acquatico”. Non mi piace l'acqua, ho anche paura tanto che non ho mai potuto fare il bagno! Sono l'ultima persona che si potrebbe immaginare su un kayak. E invece ...

Sono stati Beatrice e un nostro amico che mi hanno portato su un kayak per la prima volta nella mia vita, 13 anni fa. E’ stato un viaggio di quasi 500 chilometri lungo la costa nord dell'isola di Baffin durante l'estate del 1997. Con gli orsi, narvali, foche, balene, tempeste. ecc. Non avevo mai visto un kayak della mia vita ma l'ho trovato fantastico. Si tratta di un approccio diverso dallo sci e dall'alpinismo, eppure con questi ha molto in comune: i grandi spazi aperti, la libertà, bella natura, un impegno molto forte in luoghi disabitati, la nozione di attraversare in completa autonomia. Poi navigare nel ghiaccio, che felicità! Così, due anni più tardi, abbiamo fatto una spedizione di kayak in Groenlandia, poi ancora due volte nel 2007 e nel 2009 sulla costa occidentale sempre della Groenlandia. E’ sublime riuscire a raggiungere luoghi dove non si può andare in modo. Dopo una grande cavalcata sulla costa nord orientale della Groenlandia nell’estate 2010, ho continuato a trovare la cosa incredibile.

Per terminare il capitolo "viaggio", sono anche andato nel deserto sahariano con i cammelli per 2 anni vivendo sempre le stesse sensazioni. Durante l'inverno del 2008, abbiamo fatto un grande anello di 1000 km cammello nel sud dell'Algeria in 5 settimane. Mi è piaciuto così tanto che poi sono tornato altre due volte.





(SEGUE)

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© per tutte le foto Marc Breuil