ALBERTO SCIAMPLICOTTI
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GIULIANO PEDERIVA (2)

In tutto il mondo l'apprendimento e l'insegnamento della sciata Telemark, fin dagli esordi della riscoperta avvenuta negli Stati Uniti nella seconda metà degli anni '70, è stato in gran parte vissuto nello spontaneismo e nella sperimentazione. Da quello che so, solo in Italia ad un certo punto si è sentita la necessità di codificare la didattica della curva telemark in maniera esatta e inconfutabile. Secondo te perchè è avvenuto questo? E quanto realmente ne ha guadagnato il telemark italiano nel confronto con altre realtà? Ma soprattutto, ha perso qualcosa in questo cambio?


Nel lontano 1983, un personaggio ancora oggi impegnato in ambiente telemark, presentò questa tecnica all’Interski di Sesto Punteria, su alcune riviste uscirono degli articoli con delle foto e qualcuno, in Italia, iniziò a praticarlo, in particolare in Val d’Aosta, dove un gruppo di Maestri decise di codificare quel tipo di tecnica e di proporre un testo alla nostra Federazione, allo stesso tempo, un altro gruppo inizio a lavorare sulla tecnica del telemark e, agli inizi degli anni ’90, la FISI si trovo a dovere scegliere tra due progressioni; da li è iniziato l’iter di formazione degli attuali professionisti e tra prove e riprove ne è uscita quella che oggi è definita la Tecnica Italiana.

Probabilmente, il telemark in italia “è nato” grazie a quella codifica; che il telemark abbia perso quella parte di fascino data dallo sconosciuto è sicuro, ne ha guadagnato la possibilità di essere messo, prima a confronto con le altre nazioni e poi a disposizione dei Maestri di sci e degli utenti di quel circo bianco che sono gli sport invernali.


Tu sei conosciuto (da me per primo) nell'ambiente degli sciatori di telemark come un ottimo insegnante. Eppure ti chiedo, non credi che sarebbe ora di rifondare tutta la metodica d'insegnamento degli sport di scivolamento (dallo sci alpino, al telemark, passando per lo snowboard e includendo persino il fondo e il freestyle) e iniziare a parlare di "Sci Totale" (e questo soprattutto riguardo all'insegnamento dei più piccoli) cioè di una didattica che sia capace di fornire il massimo delle risposte alle domande che scivolare sulla neve propone?


Da anni ormai, nei diversi Collegi e in Federazione si sta lavorando per codificare un nuovo e più attuale metodo di insegnamento, inteso come didattica e metodologia, da altrettanto tempo si sta lavorando perché la figura del Maestro non sia quella dell’iperspecializzato nelle dinamiche di curva ma quella del professionista della neve, conoscitore sì delle diverse tecniche ma anche della pedagogia e della psicologia oltre che dell’ambiente neve e montagna; spero, un giorno, di vedere in azione questa figura, al momento ci dobbiamo accontentare di quello per qui i maestri vengono formati, fatto salvo la fortuna di trovare un qualcuno che per passione o per capacità  già riesce dare quante più risposte possibili per soddisfare le diverse esigenze.


Sci in pista, freestyle, scialpinismo, freeride. Qual'è la specialità a cui personalmente va la tua preferenza e perchè?


Non ho una specialità che preferisco, certo mi piace la qualità nel farla, il piacere del farlo in compagnia, l’ambiente in cui lo faccio e anche un po’ l’adrenalina che, in maniera diversa, ogni uno di questi ambiti può dare.


Nonostante tutto l'impegno profuso e il tempo dedicato, l'insegnamento del telemark e dello sci non è la tua attività principale: lavori infatti come cuoco. Lo sci non da proprio da mangiare?


Altroché se dà da mangiare, potrei lavorare otto ore al giorno, sette giorni su sette per quattro mesi di fila, fatti quattro conti e poi mi dici se dà o non dà da mangiare; di contro c’è che il lavoro uccide la passione, il lavoro non ti permette di lasciare quella pista dove ogni giorno combatti contro il freddo o contro il caldo, contro la stanchezza e contro le intemperie, per ritrovarti a primavera con un portafoglio ore esagerato ma neanche una curva fatta su quei pendii immacolati, ai piedi di quelle pareti straordinarie, lungo quegli itinerari senza paragoni che sono le montagne Italiane.

Se posso scegliere scelgo la vita!!!


Qual'è la cosa più eccitante e galvanizzante che ti è capitato da quando ti sei buttato nel ciclone TSE?


Di certo una e forse la più recente è questa intervista, mentre sto scrivendo sto rivivendo tutta una serie di situazioni e di emozioni, le montagne, i ragazzini, i viaggi, le discese, il confronto con le diverse realtà e culture; l’unica cosa cui riesco a pensare mentre mi districo tra una e l’altra delle molte attività nelle quali sono impegnato è che devo fermarmi, tirare il freno a mano per poter decidere di giorno in giorno cosa fare, in realtà spero che questa macchina continui a viaggiare e si vada a fermare per inerzia, che la passione mi guidi sempre e che abbia la forza di non essere schiacciato dal succedere delle cose.

Il ciclone passa, la passione resta.


Allora, a tutto quello che la passione ci porta a fare! E grazie ancora!



Chi volesse ulteriori notizie e informazioni su Giuliano Pederiva e sulla attività di T.S.E. può visitare il suo sito web: www.telemarksnowevents.it



(torna all’inizio dell’intervista)

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