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ALBERTO SCIAMPLICOTTI
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MOVEMENT CLIMAX

Dalle ceneri di una azienda di sci blasonata come la vecchia TUA non poteva che nascere una ditta dai grandi prodotti e dalle enormi potenzialità. La Movement ha iniziato a produrre sci nel 2003 e subito si è imposta nel mercato con i suoi prodotti, orientati verso lo sci freerider e freestyle.

In quest’ambito non potevano quindi mancare sci specifici dedicati al telemark e allo scialpinismo in generale. Per gli sciatori genuflessi i modelli a disposizione sono 3: il FreeHeel, l’Akoma e il Climax. Ultimamente mi è capitato di sciare con quest’ultimo modello, nella versione del 2007. Pubblico quindi la recensione di questo sci anche se di due anni fa, perchè da quello che ho potuto vedere le differenze con la versione in commercio nel 2009 sono sostanzialmente legate alla differente serigrafia. Le caratteristiche tecniche, per quanto ho potuto leggere, sono rimaste infatti inalterate: si tratta in entrambi i casi di sci costruiti con quella che la Movement chiama MLT (Movement Light Tecnology), cioè struttura monoscocca, leggera e costituita da legno laminato verticalmente e con nucleo rinforzato in fibra di vetro. Caratteristiche tecniche che consentono di avere un attrezzo leggero e scattante senza perdere in solidità e potenza. Serrando gli attacchi sono infatti proprio queste la sensazioni che si provano. Lo sci sotto al piede trasmette un’eccezionale stabilità (cosa dovuta probabilmente al centro largo 82 mm). Lo sci al primo approccio sembrerebbe troppo rigido, ma già dalle prime curve questa impressione è infranta dalla sua buona reattività ed elasticità. La Movement indica il Climax come ugualmente prestante in pista come in fuori pista e la prova che ho fatto non ha che confermato la cosa: buono in polvere, sul duro (dove ha un’eccezionale conduzione e presa di spigolo dovuta probabilmente ai fianchi inclinati che non possono non richiamare alla mente quelli dei vecchi sci della TUA con il loro Drive Effect), ma che sa anche far gustare una difficile sciata in crosta non portante. Inoltre la sciancratura (121/82/110) fa sì che lo sci riesca ad eseguire anche curve dal ridotto raggio.

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