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ALBERTO SCIAMPLICOTTI
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LA PAGINA DELLE RECENSIONI VIDEO E DEI TRAILERSvideo_e_film_libri.html

FLAKES

E’ da qualche anno che seguo le produzione dell’americana Powderwhore Productions: forse sarà perché ho sempre avuto l’impressione che prima che essere cineasti e documentaristi siano dei “dannati” entusiasti del telemark e dello sci Backcountry. I primi loro lavori erano lì a testimoniarlo, più permeati da questa passione che da particolari doti tecniche e filmiche. Alcune riprese poco pulite, qualche lieve errore nel montaggio, ma il tutto sostenuto dalla voglia di raccontare di giornate passate facendo quello che più appassiona. In questo caso salire e scendere pendii di neve secondo la vecchia tecnica del telemark. Con gli anni, dal 2005 a oggi, la Powderwhore Productions ha sfornato ben 5 video, in un crescendo di qualità ma dove era sempre presente l’entusiasmo che aveva spinto ad iniziare. L’ultimo loro lavoro, Flakes (Fiocchi) non si discosta da questa curva in crescita: immagini sempre migliori, un montaggio che non ha più le incertezze e le ingenuità degli inizi e una voglia di raccontare sempre ai massimi livelli. Ma può bastare? Se si guarda il trailer e poi si vede il film nella sua interezza, non si può fare a meno di notare la differenza fra i due: il primo infatti sembra  promettere un racconto che poi non si realizza nella versione completa. Immagini rallentate, fiocchi che cadono lentamente, una camera che segue uno sciatore fra gli alberi, nel trailer insomma sembra di respirare veramente l’aria di una grande giornata di sci, di quelle che poi si vanno a imprimere nella memoria. Si vive il “sentire” la neve, i singoli fiocchi che la compongono, l’aria fredda che entra nelle narici salendo un pendio la mattina presto, quelle sensazioni che vanno a formare il vero essere di una giornata di backcountry passata sugli sci. Nel film tutto questo sembra invece annegare in un mare di immagini che a volte si ripetono, con inquadrature simili, stesse locazioni ma con sciatori diversi, alla ricerca solamente dell’effetto che faccia continuare a vedere il film. Il video così prodotto non è poi che sia male nel suo insieme, anzi è un bel filmato di genere, con grandi riprese di rider, solo che tende un po’ troppo ad assomigliare a mille altri video già visti. Per questo ha quasi più spessore la storia raccontata nei 4 minuti e poco più del trailer. Dai ragazzi della Powderwhore Productions sarebbe stato auspicabile un altro valore aggiunto a cui il solo entusiasmo e le acquisite capacità tecniche non possono far giungere da soli: quello dato dall’elaborazione del vissuto, dal riuscire a raccontare in maniera empatica cosa veramente vuol dire vivere una giornata di backcountry sci ai piedi. Come dimostrano i 4 minuti del trailer, possono essere capaci di costruire un filmato di questo tipo: li aspettiamo allora per la prova del 9 il prossimo anno: questa stagione qualcun altro è già riuscito nell’intento. Ma di questo parleremo nella prossima recensione.

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