fabrizio ardito Come sopravvivere al cammino di Santiago

Una volta, sulle riviste patinate per signore, c'era la rubrica "Consigli del Cuore" e "se avete un problema, un quesito da risolvere scrivete a..." era di solito l'incipit accanto alla foto della redattrice dispensatrice di pratiche soluzioni. Lo spirito con cui l'autore Fabrizio Ardito, dopo anni passati sui Cammini di Santigo (ma anche d'Italia), ha affrontato la scrittura di questo volume è stato simile. Mettere in grado, con consigli semplici e pratici, il potenziale pellegrino di affrontare il percoso che attraversa la Spagna fino a Santiago di Compostela con tranquillità. Il volumetto, dal formato tascabile, quasi pensato per essere portato in viaggio, è diviso in capitoli dedicati ai tanti aspetti dell'esperienza che, vissuta giorno dopo giorno sulle strade, porta verso la tomba dell'apostolo Giacomo. La scrittura non è però uno sterile susseguirsi di avvertenze e consigli. Attraverso un racconto fatto di esperienze e aneddoti, soprattutto colmo di quell'ironia che riesce a sdrammatizzare mostrando contemporaneamente il lato opposto di ogni vicenda, viene mostrato al lettore il vero succo di una esperienza che è, per prima cosa, emozionale e spirituale. Non la ricerca di Dio forse ma certamente quella dell'equilibrio con il mondo che attraversiamo sì. Perchè alla fin fine, il Cammino di Santiago, come qualunque "andare" che affrontiamo nella nostra vita, non è altro che un susseguirsi di esperienze. Con una particolarità però: questo Cammino, come tutti quelli che chiedono tempo per essere realizzati, regala la possibilità di entrare nel momento che scorre. La strada che porta a Compostela è lunga e i passi necessari innumerevoli. La mente ha tutto il tempo quindi per giocare con i pensieri, per cercare quella via che porti armonia con il corpo e con il paesaggio che si attraversa. E' la ricerca di un equilibrio che solo lo scorrere fruttuoso del tempo riesce a donare ma che, senza la capacità di guardare tutto con un sorriso e con una battuta, sarebbe troppo serio per non essere anche noioso.